Massimiliano Coluccia, Edoardo Pelganta
Nel novembre 2017 l’EBA ha pubblicato i dati dell’ultimo Transparency Exercise (TR17) fornendo, come di consueto, informazioni dettagliate su capitale, qualità, redditività ed esposizione al rischio sovrano di 132 banche europee (analizzate a livello di gruppo consolidato) al 30 giugno 2017 e a fine 2016. L’esercizio di Transparency rientra tra i compiti assegnati all’EBA dalla regolamentazione di vigilanza, con l’obiettivo particolare di “garantire l’integrità, la trasparenza, l’efficienza e il regolare funzionamento dei mercati finanziari”.
L’analisi effettuata sui dati di capitale contenuti nel TR è solo un esempio delle informazioni che si possono estrarre ed elaborare dal database annuale dall’EBA. Il Transparency Exercise è un complemento ai documenti di Pillar3 e, per gli analisti, una preziosa fonte per analizzare e comparare, basandosi su dati confrontabili, le performance economiche, la qualità dell’attivo e i livelli di patrimonializzazione delle principali banche europee.
Per sfruttare la ricchezza dei dati messi a disposizione dall’EBA su un orizzonte temporale pluriennale, Prometeia ha confrontato i dati dell’ultimo esercizio (TR17) con quelli precedenti (TR16 e TR15), utilizzando un campione chiuso di 76 banche appartenenti a 10 paesi. Ad esempio, i dati mettono in evidenza che nel periodo di analisi (dicembre 2014 - giugno 2017) la robustezza patrimoniale ed economica del sistema bancario europeo è aumentata, grazie alle strategie messe in atto da molti operatori di rafforzamento del capitale, miglioramento della qualità dell’attivo e rimodulazione del modello di business.
Concentrandoci sul capitale, il CET1 ratio medio per le principali banche europee si è attestato al 13.99% (Fig.1) nel primo semestre 2017, un incremento di 154 punti base rispetto a fine 2014. Pur con livelli di patrimonializzazione che restano diversi, gran parte dei paesi è accomunata da una crescita del ratio, conseguita sia grazie a incrementi di capitale che attraverso la riduzione del rischio dell’attivo (riduzione degli RWA) (Fig.2). Nel caso dell’Italia l’incremento del coefficiente è contenuto (+66 punti base), visto che gli aumenti di capitale sono stati in parte compensati dalle perdite registrate dalle banche significative nel 2016 , in ragione degli aggiustamenti di bilancio necessari a ridurre la rischiosità dell’attivo (rettifiche su crediti e avviamenti).
Dal confronto europeo si nota anche come le banche con elevata patrimonializzazione siano le stesse che, mediamente, hanno un RWA density [4] contenuta (Fig.3) (Svezia , Belgio e Danimarca). Un’eccezione è costituita dalle banche irlandesi e greche che, beneficiando di importanti ricapitalizzazioni di Stato, hanno un CET1 ratio elevato nonostante un RWA density tra le più alte in Europa.
Il confronto tra Paesi basato invece su un indice di patrimonializzazione non risk-based (leverage ratio) (Fig.4) mostra un ranking molto diverso rispetto al CET1 ratio. Le banche italiane, ad esempio, hanno una leva finanziaria leggermente superiore a quella media del campione (5.5% dal 5.1% EU), mentre risultano penalizzati i sistemi bancari in cui è maggiore la presenza di operatori con modelli di business più focalizzati sulle attività di banca di investimento (in cui assumono maggiore peso i rischi di mercato) o con RWA density più bassa (e, quindi, con minori assorbimenti di capitale in rapporto alle esposizioni al rischio).