Vincenza di Lorenzo, Daniela Viggiano
Il 2020 era iniziato in modo molto positivo per le reti di consulenti, che avevano raccolto nei primi due mesi dell’anno più di quanto mai fatto nel primo bimestre degli anni precedenti.
A marzo la raccolta netta ha fatto un ulteriore balzo: +4 miliardi di euro. Investimenti importanti, che tipicamente si vedono di solito nell’ultimo mese dell’anno (Fig. 1).
Come da attese, la volatilità dei mercati finanziari internazionali scatenata da Covid-19 ha penalizzato la raccolta netta in fondi comuni e GP, con deflussi netti che non si vedevano dal 2008.
A differenza che in passato, però, questa contrazione è stata ampiamente compensata da nuovi investimenti in altri prodotti. In particolare titoli in custodia e amministrazione, soprattutto azioni, approfittando dei prezzi bassi sul mercato. Ma rilevanti sono stati anche i flussi netti confluiti in strumenti per la gestione della liquidità, in virtù dell’attivazione di offerte promozionali e dell’aumento della base clienti, in un contesto in cui è spiccata la preferenza per strumenti più liquidi (Fig. 2).
I dati di marzo confermano pertanto la solidità del modello di business delle reti, che anche in fasi poco favorevoli sui mercati riescono a mantenere una raccolta netta positiva nel lungo periodo. Risultato ancora più rilevante considerando le difficoltà di marzo per gli operatori, alle prese non solo con mercati finanziari avversi, ma anche con i timori legati alla pandemia e le difficoltà organizzative che ne sono derivate.