Vincenza Di Lorenzo, Alessio Iacopino, Lorenzo Prosperi
Con 1.4 miliardi di euro [1], il dato di settembre evidenzia i primi segnali di miglioramento del mercato italiano dei fondi comuni che, nella prima parte dell’anno, ha subito i deflussi più pesanti dal terzo trimestre 2012. La ripresa è modesta, con un flusso trimestrale di 2.3 miliardi di euro, su livelli ampiamente più bassi del 2018, e che i nostri modelli di nowcasting [2] confermano anche nell’ultimo trimestre dell’anno, quando potrebbe raggiungere i 4 miliardi di euro.
Come accaduto nel terzo trimestre, a sostenere la ripresa dovrebbero essere i volumi di prodotti obbligazionari, favoriti dall’ulteriore discesa dei tassi che ne ha determinato un rendimento positivo. I segnali di miglioramento provenienti dai PMI (Purchasing Managers Index) di settembre dovrebbero dare maggior slancio alla raccolta dei prodotti bilanciati e determinare il progressivo venir meno delle uscite dai fondi flessibili che, nel complesso, riflettono anche la possibile ripresa della distribuzione del canale bancario già iniziata nel corso dell’ultimo trimestre.
Su livelli positivi i fondi monetari, favoriti dal bisogno di liquidità in un contesto di incertezza dovuta a fattori macroeconomici (inasprimento delle tensioni commerciali USA-Cina-Europa, debolezza del settore manifatturiero, tempi lunghi nell’adozione di stimoli fiscali in Germania e incertezza sull’efficacia delle politiche monetarie della BCE) e politici (Brexit, questione Turca e disordini ad Hong Kong) che costituiscono un rischio al ribasso per la nostra previsione.