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Imprese manifatturiere. Dopo i segnali di indebolimento osservati ad aprile, i prezzi delle materie prime a maggio hanno conseguito un arretramento più deciso, portando l’Indice Prometeia delle commodity industriali a perdere il 4% rispetto al mese precedente. Il petrolio, scambiato a 51.6 dollari al barile nella media del mese, ha mostrato un calo anche più marcato (-5.1% rispetto ad aprile).
Favorevoli alle imprese europee anche le dinamiche valutarie, con un cambio euro-dollaro in salita a quota 1.11 (+3.2%) che ha ulteriormente allentato la pressione sui costi di approvvigionamento.
Il calo dei costi di approvvigionamento ha riguardato tutti i comparti industriali. Di particolare intensità la discesa dell’indice del comparto moda (-7%), condizionato dall’arretramento delle quotazioni di lana (accentuato dal deprezzamento del dollaro australiano rispetto all’euro) e pelli grezze. Significativi anche i ribassi osservati sui mercati dei principali input del comparto chimico (-3%), trascinati dalla flessione del Brent, e della filiera legno e carta. Leggermente meno marcato il calo dell’indice del comparto alimentare (-2%), frenato dal recupero dei prezzi internazionali dei cereali.
Particolarmente intenso anche l’arretramento delle quotazioni delle commodity del comparto della meccanica (-4% per l’indice).
I ribassi hanno coinvolto gran parte degli input destinati a questo comparto. I listini in dollari degli acciai piani hanno evidenziato una flessione di circa un punto percentuale nella media del mese, condizionati dallo scarso dinamismo del manifatturiero cinese e dall’arretramento dei corsi degli input. Il rallentamento della domanda cinese ha contribuito anche alla discesa dei prezzi dei metalli non ferrosi (-0.5% per l’alluminio, -1.3% per il rame). La flessione dei corsi dei prodotti chimici di base, sebbene meno intensa rispetto ai ribassi della nafta, ha poi comportato una contrazione dei prezzi delle materie plastiche (-3% circa per l’indice in dollari), in particolar modo del polipropilene (-3.8%) e, soprattutto, del polistirene (-11.8%).